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Tragedia Alpi: sono tutti italiani i 5 morti

1 mag 2018
@rainews
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Sono tutti italiani i cinque morti nella tragedia avvenuta tra domenica e lunedì nella zona della Pigna d'Arolla, sulle Alpi svizzere: lo fa sapere la Farnesina, secondo cui l'Ambasciata d'Italia a Berna, in stretto raccordo con il ministero, è in costante contatto con le autorità locali per prestare ogni possibile assistenza ai connazionali feriti e ai familiari delle cinque vittime dell'incidente avvenuto ieri. Oltre alla guida italiana Marco Castiglioni, tra le vittime ci sarebbero tre escursionisti esperti di Bolzano Elisabetta Paolucci, Marcello Alberti (53 anni) e Gabriella Bernardi (53 anni), marito e moglie.

"Sto bene. Mi hanno appena dimesso dall'ospedale": Tommaso Piccioli è uno dei partecipanti alla spedizione. Dice solo questo all'ANSA, che lo ha contattato al telefono. Alla famiglia ha telefonato ieri. "Mi ha detto 'sto bene' - racconta il papà Stefano, anche lui architetto -. Sono all'ospedale. È successa una cosa gravissima e sono sopravvissuto grazie alla mia esperienza. Prima di chiamare il padre, Tommaso aveva già telefonato alla madre e alla moglie australiana, con cui vive in Australia la maggior parte dell'anno. In Italia è tornato per votare, e anche per questa escursione. La sua è una vera passione per l'avventura. "Ma questa esperienza - spiega all'ANSA il padre Stefano, che coordina lo studio di architetti di Riccione per cui lavora anche Tommaso - è stata terribile. I suoi amici di Bolzano sono tutti morti"

La notte al gelo è stata lunghissima e completamente buia. Tommaso ha cercato di fare ginnastica e non addormentarsi. "Lui - dice il papà - è rimasto sveglio tutta la notte. Non so come ha fatto. Spronava anche gli altri, a muoversi a non dormire ma nel buio non li vedeva. Non sapeva dov'erano". Quando ha albeggiato Tommaso e un'escursionista tedesca hanno visto dall'altro lato della vallata, dove c'è il rifugio, due sciatori e hanno iniziato ad urlare con quanta voce ancora avevano in gola "help". Loro hanno avvisato il soccorso alpino che è arrivato con l'elicottero. "Ma non poteva atterrare, quindi si è calato un infermiere con il verricello - prosegue Stefano - e li ha portati su uno a uno". Sul momento Tommaso non sapeva le condizioni degli altri anche se temeva il peggio, dato che aveva visto qualcuno riverso a faccia in giù. In serata, mentre era ricoverato in ospedale a Visp, è stato anche interrogato dalla polizia cantonale "avevano l'elenco ma non gliel'hanno fatto vedere. Adesso - conclude il papà - saprà anche lui".

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