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Tribunale: addetto alla cassa dell'Ufficio Urbanistico accusato di essersi appropriato di 16.000 euro. Oggi la prima udienza

Di oggi anche la notizia di alcuni rinvii a giudizio per riciclaggio, oltre a quello – per evasione aggravata – nei confronti di Achille Lia ed Albano Ahmetovic

24 apr 2019
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È accusato di essersi appropriato di circa 16.000 euro, quando svolgeva la mansione di addetto alle operazioni di incasso del contante per le pratiche edilizie, all'Ufficio Urbanistico. Nei guai un 52enne, presente oggi in Aula. Sentiti alcuni testi, tra i quali la Dirigente dell'Ufficio, che ha ricordato di quando l'imputato le riferì dell'ammanco di cassa, dopo aver inutilmente tentato – così avrebbe detto l'uomo - di coprire il disavanzo pagando di tasca propria. Ma ciò che è emerso in questa prima udienza – grazie anche all'intervento del Perito d'ufficio -, è soprattutto il fatto che – a quanto pare - non vi fosse alcun tipo di controllo sugli incassi in contanti; il tutto in un clima di “diffusa trascuratezza”. Il denaro, all'epoca dei fatti – ovvero tra il 2012 ed il 2015 – era tenuto in un semplice cassetto con serratura, peraltro difettoso; e diverse persone sarebbero state a conoscenza dell'ubicazione delle chiavi. Ma non solo, lo stesso perito non ha escluso che l'ammanco “si trascinasse da anni precedenti”. Altro argomento forte, insomma, a favore della Difesa. Prossima udienza il 18 giugno. Una settimana prima, invece, inizierà il processo nei confronti dei protagonisti della clamorosa fuga dai Cappuccini dell'agosto scorso. Achille Lia e Albano Ahmetovic sono accusati di evasione, aggravata dalla violenza. Due addetti alla custodia, infatti, sarebbero stati percossi, strattonati e trascinati lungo le scale. E non sarebbero mancate minacce di morte. Gli imputati dovranno rispondere pure di danneggiamento, perché avrebbero strappato i cavi dell'impianto telefonico del carcere per evitare che venisse dato l'allarme. Lia – all'epoca - doveva terminare di scontare una pena ad un anno per furto. Ma quella condanna innescò una complessa battaglia giudiziaria, poiché fu decisa all'esito di un processo, in contumacia, del quale Lia non sarebbe stato a conoscenza; tanto che – successivamente – il Giudice per i Rimedi Straordinari revocò il mandato d'arresto. Nel conseguente giudizio d'appello la Difesa chiese così la riapertura completa del processo. Il Giudice di II grado, a questo punto, ha sollevato la questione di costituzionalità e si attende ora la pronuncia dei Garanti. Probabile, comunque, la prescrizione del reato. A complicare ulteriormente il quadro l'istanza di scarcerazione presentata dall'avvocato di Lia e respinta – pochi giorni fa - dal magistrato titolare del fascicolo. La Difesa ha fatto ricorso in appello, e ritiene che - qualora il provvedimento di custodia cautelare venga revocato - verranno meno anche i presupposti della procedura di estradizione.


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