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Tribunale: cartelle esattoriali non pagate; in 3 a processo

Giornata di udienze, in Tribunale. Condannato imprenditore a 50 giorni di multa pari ad euro 3.500

18 feb 2021

Udienze simili rappresentano una sorta di termometro della crisi, che negli anni ha colpito con durezza varie piccole imprese. E questo al netto del ciclone Covid, e i conseguenti gravi affanni – se non l'impossibilità, per alcuni – di far fronte a precedenti pendenze fiscali. Paradigmatico il caso di un 60enne, originario della Serbia, che aveva un'attività nel Centro Storico. Risulta intestatario di sette cartelle esattoriali esecutive; relative – come per tutti gli altri casi trattati in mattinata - ad oneri previdenziali e sociali non versati. Poco meno di 13.000 euro l'ammontare complessivo; gli ultimi pagamenti – ha riferito il responsabile dell'Esattoria di BCSM, chiamato come teste – risalivano al settembre 2019; poi una sorta di blackout.



La Difesa ha tuttavia parlato della volontà, del proprio assistito, di versare almeno una parte delle somme dovute, che permetterebbe di scendere quantomeno sotto la soglia di penale rilevanza, fissata a 10.000 euro. Concesso, allora – dal Giudice Morsiani – un rinvio; così come per la moglie, del precedente imputato; in questo caso una cartella era stata nel frattempo pagata, facendo scendere il debito a 10.700 euro. Più consistente, invece, quanto dovuto da un imprenditore di 61 anni residente a Dogana. 7 cartelle, per un totale di 90.000 euro. Si è finiti a giudizio dopo la sua opposizione ad un decreto penale. L'uomo ha parlato di come, dopo problemi di salute, avesse ripreso in mano le sorti dell'azienda della quale è legale rappresentante; ripagando varie pendenze con l'esattoria, anche tramite la vendita di un capannone, e impegnando beni personali. Poi l'arrivo di una grossa commessa, che avrebbe permesso di azzerare il debito. A compromettere tutto, però – ha affermato –, le dimissioni in blocco e senza preavviso dei dipendenti.
La Difesa ha ricordato come sia già stata intentata una causa civile, contro ex soci dell'imputato, per concorrenza sleale. Le cartelle esattoriali, inoltre – è stato aggiunto dai legali – erano intestate alla società, e non alla persona fisica dell'assistito. Da qui la richiesta di assoluzione. Di diverso avviso, tuttavia, la Procura del Fisco, che citando alcuni precedenti ha rimarcato come sia l'amministratore a dover rispondere; sottolineando poi come in questo caso non incidano le asserite cause di forza maggiore, trattandosi peraltro di fondi previdenziali non versati. Il Commissario della Legge, infine, ha condannato l'imputato a 50 giorni di multa pari ad euro 3.500; come richiesto dal PF.




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