A Verucchio i funerali di Piergiorgio Lorenzetti

Per la mamma era Pigì. Per la sua ragazza e per gli amici Pigio. Avrebbe compiuto 20 anni in agosto, Piergiorgio Lorenzetti, e il suo sogno era diventare medico. Aveva studiato giorno e notte per superare il test di ammissione alla facoltà di Bologna, e la notte questa volta gli era stata amica. Pergiorgio soffriva da sempre di insonnia, per questo prendeva da tempo dei medicinali per dormire. I suoi amici lo ricordano come un ragazzo generoso, capace di portare in spalla una amica che non riusciva a camminare o di seguire per un anno un compagno di classe rimasto indietro con gli studi. Tutto questo in silenzio. Nella chiesa della Collegiata, a Verucchio, c'erano tutto il Paese, gli amici del Liceo che lo hanno salutato con canti e lettere. Voleva diventare medico per aiutare gli altri, ricorda il suo insegnante di religione, e ha già salvato molte vite donando gli organi. Sua madre, per ricordarlo, ha scelto il blues di Auden: "fermate tutti gli orologi, isolate il telefono, incrocino gli aereoplani lassù  e scrivano sul cielo il messaggio Lui È Morto . Lui era il mio Nord, il mio Sud, il mio Est ed il mio Ovest, la mia settimana di lavoro e il mio riposo la domenica, il mio mezzodì, la mezzanotte, la mia lingua, il mio canto; pensavo che l'amore fosse eterno: avevo torto."

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