Vulcano, occhi puntati sull'investigatore privato

Dopo anni di indagini, e a due dai primi arresti eseguiti nell'ambito dell'indagine Vulcano, i carabinieri del Ros e l'Antimafia hanno assestato un duro colpo ai patrimoni accumulati dal sodalizio camorristico dei Vallefuoco, nome noto anche alle cronache sammarinesi per aver cercato di penetrare nel sistema finanziario e bancario tramite la Fincapital. Sequestrati beni per un valore di 8 milioni di euro circa. Nel mirino anche un'agenzia investigativa, la “Hitchcock” di Rimini, che risulta avere sede al centro direzionale Flaminio ma anche una sede estera, e precisamente a San Marino, al World Trade Center di Dogana bassa: secondo gli inquirenti, a gestirla sarebbe la moglie del titolare della “Hitchcock”, 57enne originario di Novafeltria, ora finito nel calderone degli indagati. Pare anzi che lo 007 privato svolgesse parecchi incarichi per Francesco Vallefuoco, il boss considerato il capo del clan di matrice camorristica al nord, residente ormai da tempo a Reggio Emilia. Non solo forniva informazioni per l'attività di recupero crediti, grazie alle sofisticate apparecchiature di cui disponeva, illustrate nel sito della “Hitchcock”, ma rintracciava i debitori che tentavano di sottrarsi agli strozzini, prestandosi perfino ad intimidirli, con le buone o con le cattive. Gli investigatori si sono concentrati anche sul ristorante-pizzeria “Nuovo Tarabacco” di Villa Verucchio di Rimini, gestito da Giuseppe Vallefuoco, fratello di Francesco, e su una villetta e un terreno a due passi da San Marino, riconducibili al sammarinese Roberto Zavoli, già finito sotto custodia cautelare, oggi terminata, per Vulcano 2 operazione esplosa lo scorso dicembre, e rinviato a giudizio per Vulcano 1: il processo inizierà a novembre a Rimini.

Francesca Biliotti

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