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50 anni fa il furto del secolo: Raffaello e Piero della Francesca sparirono dal Palazzo Ducale

Tra le 00.30 e le 02.30 del 6 febbraio 1975 vennero trafugate tre tra le opere più prestigiose della Galleria Nazionale delle Marche

6 feb 2025
50 anni fa il furto del secolo: Raffaello e Piero della Francesca sparirono dal Palazzo Ducale

Era la notte tra il 5 e 6 febbraio 1975, quando ignori, approfittando della nebbia e delle impalcature che circondavano Palazzo Ducale di Urbino, per lavori di ammodernamento, trafugarono tre tra le opere più prestigiose della Galleria Nazionale delle Marche: La Muta di Raffaello, La Madonna di Senigallia e La Flagellazione di Piero della Francesca. Una ruberia che scosse l’Italia intera.

All'epoca, il museo era sprovvisto di circuito interno e sistema d’allarme. Le uniche presenze, erano i custodi, che a intervalli regolari, attraversavano le varie gallerie e corridoi per controllare le opere. Relativamente facile per i ladri, che ebbero poi tutto il tempo di dileguarsi. 

Le autorità, ancor prima di iniziare le indagini, rivolgono un appello ai ladri, più un’implorazione, perché trattino con cura le fragili opere, evitino di toccarle con le mani e se possibile di avvolgerle con panni di velluto. Nei giorni e mesi successivi al furto, saranno decine le rivendicazioni e richieste di riscatto da parte di truffatori e mitomani.

In questo marasma - come riporta archeosardegna.wordpress.com - saranno importanti le intuizioni di due persone, la prima una ragazza, che a distanza di poche ore dal furto, acquisterà a Pesaro una gran quantità di velluto per assecondare una richiesta del fidanzato. È la pista giusta: un amico di famiglia, un ex maresciallo informa i suoi vecchi colleghi. Elio Pazzaglia, è il nome del fidanzato e di uno dei componenti della banda, un falegname di Pesaro, una banda non di professionisti, intenzionato a rivendere la refurtiva. Ma i capolavori sono troppo noti e ormai sulla bocca di tutti perché ci possa essere qualcuno intenzionato ad acquistarli.

In questa storia, si inserisce l'esperienza dei Carabinieri Nucleo Tutela Patrimonio Artistico, da poco formato: ormai i ladri hanno constatato l’impossibilità di rivendere una merce così preziosa e nota, che gli rimane un’unica strada per poter ancora riuscire a trarre un profitto: restituire le opere a fronte di un pagamento. Il riscatto richiesto è di 250 milioni di lire, i Carabinieri si fingono dei facoltosi acquirenti e accettano di acquistare i quadri. Nel frattempo, approfittano della situazione per individuare i soggetti coinvolti nel furto, e gravitano fra Pesaro, Urbino, Rimini e Bologna.

Dopo due mesi dall’avvio della negoziazione il 23 marzo del 1976 le forze dell’ordine irrompono in un albergo a Locarno recuperando i tre preziosi dipinti. Elio Pazzaglia fu arrestato insieme ai complici. Il 29 marzo del 1976 i dipinti fecero ritorno a Urbino: alle 17:40, a bordo di un furgone blindato messo a disposizione dalla Banca nazionale del lavoro, furono riportati a Palazzo Ducale tra gli applausi della gente.







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