Bambini in fuga dall'orrore in un film-denuncia

«Volevo raccontare la storia di chi è costretto a crescere velocemente» Queste parole di Lola Doillon, regista di Il viaggio di Fanny, una storia vera. Pellicola ispirata alla biografia di Fanny Bel-Ami e vincitrice del Giffoni Film Festival in sala Concordia con una proiezione serale esclusiva per la Giornata della Memoria aperta a famiglie e studenti. Francia 1943. Fanny è una dodicenne ebrea che insieme alle due sorelline Erika e Georgette sono state affidate dai genitori ad una colonia francese nel Nord Italia in una rete clandestina che si occupava di mettere in salvo i bambini dalla guerra e dall’Olocausto. Ma una volta intensificati i rastrellamenti nazisti in territorio italiano, Fanny insieme alle sorelle e ad altri piccoli ospiti della colonia, è costretta alla fuga, con il coraggioso aiuto degli adulti, per raggiungere la neutrale Svizzera.  Un gruppetto di bimbi soli imparerà a vivere sopravvivendo... Oggi, a Tel Aviv, la vera
Fanny, dichiara: «Desidero che il mio messaggio venga compreso, affinché alcune cose non si ripetano. Da ogni parte si levano voci che ricordano moltissimo quelle che si sentivano allora. Questo è molto pericoloso, anche per coloro che non sono ebrei, andranno in cerca di altri bersagli. Ci riguarda tutti».
fz

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