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Commedia newyorkese misogina al femminile

SHIVA BABY sorprendente esordio ai festival della ventenne canadese EMMA SELIGMAN racconta una veglia funebre a New York lungometraggio pronto per il circuito d'essai

di Francesco Zingrillo
25 giu 2021

SHIVA BABY ( noir ironicamente camuffato da commedia misogina) gioca con l'assonanza tra shiva (veglia funebre ebraica) e sugar (ragazza mantenuta da un uomo maturo già sposato). È il titolo più gettonato sulla famosa piattaforma on demand, che si scrive Mubi e si pronuncia mōō'bē, è la prima in streaming sul cinema d'autore. Ha tutto della pièce teatrale in un cocktail alla Woody Allen che fa pensare a Luis Buñuel (L'angelo sterminatore). Tutto in un interno in spazi angusti nella stessa casa con tanta gente intorno prende alla gola tanto da disorientare. Adulterio e bisessualità, una giovane donna ebrea confusa, avvolta dagli 'alti' (note e corde) dei violini che sembrano stridere senza stonare (la sceneggiatura è così...). Danielle la sugar baby incontra il suo sugar daddy Max: lui al banchetto 'mortuario' (shiva da incubo) con moglie e figli incappa pure nella sua ex fidanzata Molly. Qui EMMA SELIGMAN si scatena su genitori e figli, sessualità e cultura ebraica, tutto in una casa/prigione a New York. SHIVA BABY è il titolo cult dei  film indipendenti  tra le storie che hanno infiammato i festival, per una produzione facilmente distribuibile nei circuiti d'autore e negli spazi d'essai anche in Romagna.

 fz


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