Continua il successo a Rimini del film Amour direttamente da Cannes per la seconda settimana in sala

Continua il successo a Rimini del film Amour direttamente da Cannes per la seconda settimana in sala.
“Amour” (amor) è un film sulla morte (mors) con una bella fine…: decisamente un buon finale per una pellicola che parla di malattia e dolore e tanto amore. 127 minuti di stanze di vita quotidiana che inesorabilmente si trasformano in un sepolcro (comodini ricolmi di medicine): giacigli funerari (letto ortopedico da corsia d’ospedale, carrozzina: fisioterapia, cateteri e flebo).
Che la fine sia un nuovo inizio non ci piove se la prima inquadratura apre la sequenza della porta spaccata a colpi d’ascia sigillata ermeticamente, come in un’antica tomba coniugale etrusca, dal protagonista due ore dopo (ma era avvenuto prima!) al termine del film. Da quell’ingresso entrano ed escono i protagonisti senza mai rivelare Parigi se non dalla borsa della spesa o attraverso un’ospite clandestino. Da una finestra passa un comune ( mica tanto, infine) sporco piccione su ali di vita: porta aria e pioggia.
Vita e morte sono lì a guardarsi per tutta la rappresentazione; suicidio ed eutanasia lasciano un spazio angusto alla cattiveria e all’omicidio: a volte con uno schiaffo o un cuscino si può fare scempio dell’amore ‘vecchio’ tra anziani, come se Dio non esistesse!?

POSCRITTO
Se Haneke il tedesco è sempre da Palma francese, Trintignant e madam Riva, sono certamente da oscar se non da nobel…
fz

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