Convegno sulla falsificazione storica e la fotografia all’antico Monastero Santa Chiara

Per molto falsar falsò sé stesso - scrive il poeta, retore ottocentesco, Vincenzo Monti. Esattamente quel che sostiene (con saggi e articoli da anni) il direttore del Dipartimento di Studi Storici Luciano Canfora: in riferimento al papiro del geografo di Efeso Artemidoro. Il conterraneo greco Simonidis (calligrafo-falsario, burlone) 2 millenni dopo avrebbe “abusato” alla grande della fama del primo, illustre cartografo classico, della grecità-romana. Falsò sé medesimo inventandosi in un altro (per molto falsar…), appunto, tanto da ispirare un consesso sul Monte tra studiosi “certosini” nel senso di abituati letteralmente a svolgere papiri e pergamene staccando e analizzando nei particolari ogni pezzetto e disegnetto apparentemente insignificante: fotografando con lo scanner, al microscopio o usando la lente d’ingrandimento all’antica. Si parte da un rotolone, un ammasso di cartapesta detto di Konvolut, foto famose, che diedero il via alla manipolazione dell’immagine giunta sino a noi, a San Marino. Reperto antico o manufatto recente? Ne parleranno esaurientemente gli studiosi; comunque a nostro profano parere il falso non è altro che una bugia veritiera trasformata in verità plausibile: questioni per detective e confessori insieme. Nel video l'intervista a Luciano Canfora (Direttore Dipartimento di Studi Storici)

Francesco Zingrillo

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