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Cose dell’altro mondo, discusso film sul Nord-Est

2 ott 2011
Cose dell’altro mondo, discusso film sul Nord-Est
Cose dell’altro mondo, discusso film sul Nord-Est
Vite intrecciate di varia umanità comunitaria e non in quel del Triveneto già Lombardo Veneto e prima ancora Repubblica marinara venexiana nel pieno splendor di ricchezze, commerci e schiavi: i sciài da cui sciào, servo vostro; il saluto ciao rivolto al mondo è il prodotto linguistico di tutto ciò così internazionale da esser usato in Africa come in Sud Est asiatico o in America.
Questo film ambientato nella provincia operosa forse veneta ma non necessariamente, potrebbe essere alto friulana o piemontese, fa comunque il verso alla gente del nord per quanto figlia d’antica cultura di convivenza e tolleranza: Marco Polo (e i Dogi) docet… e poi proprio al profondo nord e spesso nel sud del nord (Cremona, Mantova e Rovigo) trovano casa e lavoro i migranti: pensate ai fieri emigrati sikh (quelli con barba e turbante) conoscitori di bovini e animali da soma indiani che permettono, oggi, lavorando come mungitori e stallieri, al Parmigiano - Reggiano, di sopravvivere grazie al latte munto in cascina.
Se sparissero tutti, ma proprio tutti, gli extracomunitari cosa sarebbe di noi: operai e baristi, badanti e “passeggiatrici” comprese…il buon Diego , Abatantuono mattatore della pellicola, sforna qui in recitazione un improbabile cùmènda/industrialotto leghista un tantino razzista -almeno dal video di una tv locale- con moglie paesana e amante meretrice nigeriana di strada affettuosa come una schiava…Il soggetto riadatta un docu-movie americano sulla sparizione dei lavoratori messicani negli States; niente di trascendentale se non nelle polemiche di sindaci e ministri per il contributo pubblico dato a un’opera che di “eccezziùnale veramente” ha solo il dieghito nazionale “terrunciéllo” - nella vita trapiantato a Milano dalla Puglia- nei panni del leghista trevigiano come il radicchio: rosso!?
fz

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