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Crisi dei piccoli cinema, il grido di dolore degli esercenti romagnoli: “Rischiamo di chiudere, fate presto”

di Maria Letizia Camparsi
28 gen 2022
Sentiamo Elena Zanni Roberto Naccari e Jamil Sadegholvaad
Sentiamo Elena Zanni Roberto Naccari e Jamil Sadegholvaad

Un rito sacro: le luci spente, la pellicola che gira, le poltrone comode. Ma lo spettacolo potrebbe durare ancora per poco, se non si interviene subito. Il cinema d'essai, la cultura di cui sono impregnati i muri delle piccole sale romagnole sono a rischio dopo un altro natale da incubo proprio quando dovrebbe essere alta stagione: prima un 2020 in lockdown, ora le feste appena concluse che hanno fatto registrare un -75% di incassi. Dopo un anno e mezzo di chiusura. Un buco nero difficile da colmare. Servono una “finestra” adeguata fra uscite in sala e sulle piattaforme – spiegano congiuntamente gli esercenti dei piccoli cinema romagnoli –, sostegni economici e ammortizzatori sociali per salvare il settore. "Il pubblico è calato del 90% da dicembre a oggi - afferma Elena Zanni, direttrice dei cinema Fulgor e Settebello di Rimini -, mentre sono aumentate di molto le altre spese. Noi siamo una struttura a tre gambe: gli spettatori, i film, che in questo momento mancano perché non ci sono le uscite cinematografiche, e soprattutto i nostri collaboratori che sono senza cassa integrazione".



 "I cinema che stanno nel cuore della città - riflette Roberto Naccari, direttore Supercinema Santarcangelo - rappresentano un luogo di accoglienza culturale per tutta l'arco della settimana, in orari in cui la città si svuota, per cui credo che sia un luogo di socialità importante". Il multisala Abbondanza di Gambettola è stato fondato nel 1922 e da sempre è a conduzione familiare. "Quest'anno dovremmo festeggiare i 100 anni di attività, se il covid lo permetterà", commenta con amarezza la direttrice Alessandra Biondi. Ma non è l'unico piccolo cinema in ginocchio. Il grido di dolore arriva anche da Fulgor, assieme a Settebello di Rimini e Supercinema di Santarcangelo. La settima arte è un bene importante, che anche le amministrazioni locali vogliono provare a difendere in tutti i modi. "Abbiamo azzerato la Tari - spiega il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad- e abbiamo incentivato delle arene a cielo aperto le scorse estati per tenere alta l'idea che il cinema dal vivo è una cosa diversa dalle piattaforme e si può seguire in sicurezza a partire da queste sale".

Nel video le interviste a Elena Zanni (direttrice dei cinema Fulgor e Settebello di Rimini), Roberto Naccari (direttore Supercinema Santarcangelo) e Jamil Sadegholvaad (sindaco di Rimini)




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