Cultura in lockdown, Raggi: “Il teatro mi manca”. Da un corso in presenza nasce il film “Bugie”

Il teatro mi manca, manca a tutti gli attori. E' cibo, è aria, ma è anche sostentamento: gli attori e le maestranze sono a piedi da mesi”. Nella parole di Fabrizio Raggi c'è tutta la crisi della cultura, gli effetti del lockdown sul teatro, da ormai un anno, ma anche la voglia di un attore e di un maestro di non fermarsi. Non è la stessa cosa, ma i corsi vanno avanti e si trasferiscono online: “con l'online c'è una difficoltà assoluta – dice - perché il teatro lo fai nel 'qui e ora'. In video, si possono fare alcune cose come i corsi di dizione, di fonetica, di ortofonia, si lavora di più su una recitazione cinematografica. A teatro servono il gesto, la voce, uno spazio. Per insegnare il mestiere – dice - devi stare a teatro”.
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Ma a San Marino anche la possibilità di trovare luoghi idonei, con garanzia sul fronte del distanziamento interpersonale e, se viene meno l'emozione, l'empatia nel calcare le scene, la rappresentazione teatrale diventa un film: “Bugie”, scritto e diretto da Fabrizio Raggi. “Siamo riusciti a fare un corso, fra novembre e dicembre e che si ripeterà a febbraio, dentro al Circo. E' un tendone – spiega - considerato spazio semi-aperto, con poche persone e con tutte le misure di sicurezza. Non riuscendo a fare una rappresentazione finale, abbiamo pensato di realizzare questo film, con una serie di monologhi legati da un filo condurre”.
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