Disabilità: l'Anfass promuove la mostra "Ricordiamo" sul programma nazista di eutanasia sociale

Prima della Shoah, un altro sterminio. Olocausto scomodo, rimosso, poi dimenticato. Drogati con barbiturici i bambini disabili: luminal e morfina per una morte lenta; sterilizzati giovani con problemi psichici; inventate e sperimentate sui pazzi le camere a gas. Non nei campi di concentramento, ma nelle cliniche di stato. Per aguzzini non spietate SS, ma medici di famiglia e infermiere. E' il progetto mostruoso di eutanasia nazista delle vite indegne. A far leva, le basi scientifiche dell'eugenetica. Disabili: anche un costo sociale nella Germania post crisi del '29, insieme la propaganda a manipolare le coscienze. Vite inutili, con un solo diritto: quello ad una morte pietosa.
I primi colpiti furono i bambini , ma presto il progetto si fece sistematico. 1 ottobre '39, Adolf Hitler ordina “l'Aktion T4” - programma T4 - da questo villino in Tiergartenstrasse 4, preso a base organizzativa del programma di eutanasia. I condannati alla morte pietosa venivano prelevati da ospedali e istituti, verso i 6 centri di eliminazione, ancora una volta erano cliniche.
In poco più di un anno: 70mila vittime.
Tutto questo accadeva sotto il regima nazista, dove chi uccideva un gufo finiva in un campo di lavori forzati; e per chi abbatteva un’aquila c’era la pena di morte.
Anffas Emilia-Romagna apre la scomoda ferita, mostrando i volti, i luoghi dell'orrore e dopo 70 anni invita alla riflessione. Tagli ai fondi per i disabili, il rischio della deriva eugenetica, il ruolo della scienza nella rincorsa al modello di uomo ideale - perfetto ed efficiente. E l’interrogativo su dove sia e chi possa fissare quella linea sempre più sottile nel decidere che una vita non è degna di essere vissuta.

Annamaria Sirotti

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