“Discorsi sulle imprese di Federico di Montefeltro”: il libro di Antonio Conti per una visione concreta sui simboli

Storiografia e nuove ricerche su emblemi, divise e livrea

“Credo sia importante offrire ai lettori, agli studiosi proprio una visione concreta, vera delle imprese di Federico da Montefeltro che si era persa negli ultimi 100 anni con la storiografia più recente”: parola di Antonio Conti, esperto di araldica e collaboratore alla cattedra di archeologia medievale presso l'Università di Urbino, a San Marino per tenere una conferenza incentrata sul suo libro, “Discorsi sulle imprese di Federico di Montefeltro” alla Biblioteca di Stato. Presente anche l'associazione Corte di Olnano e Compagnia dell'Istrice con rievocatori in abiti storici “decorati alla divisa dei Montefeltro”.

Il Duca d'Urbino, le sue imprese, il significato che sta dietro agli emblemi (l'ermellino, lo struzzo, la ventosa, le fiamme abbinate al monogramma, la scopetta e la moraglia), le singole insegne, le divise, i colori di livrea usati come strumenti di autorappresentazione  e che resta avvolto nel mistero. Elementi capaci di scatenare la curiosità degli appassionati di storia medievale e che Antonio Conti ha voluto indagare attraverso una analisi della storiografia e delle fonti iconografiche per capire, dunque, da dove derivano le nostre convinzioni. Compito piuttosto arduo, come conferma lui stesso. “Sul significato delle imprese di Federico da Montefeltro purtroppo non sappiamo quasi niente – sottolinea infatti – perché le fonti non ci dicono praticamente nulla. Il mio libro fa una sorta di revisione della storiografia su queste imprese, ci dice che cosa effettivamente sappiamo al di là di tutto quanto è stato detto che non in realtà vero, e fatto questo estratto rilancia poi la palla ad altri studiosi che dovranno finalmente dirci, forse - sarà molto difficile -, che cosa effettivamente rappresentavano queste imprese per Federico, e quando le ha acquisite e per quale motivo. Perché Federico assume la ventosa – si chiede Conti - che tra l'altro si riteneva fosse una granata praticamente fino all'uscita del mio libro? Non lo sappiamo, le fonti non ce lo dicono, per cui il percorso che si può fare sul tema è abbastanza fantasioso”. 

Nel video l'intervista a Antonio Conti, ricercatore indipendente di araldica.
[Banner_Google_ADS]

I più letti della settimana:

Questo sito fa uso di cookie, anche di terze parti, necessari al funzionamento e utili alle finalità illustrate nella privacy e cookie policy.
Per maggiori dettagli o negare il consenso a tutti o alcuni cookie consulta la nostra privacy & cookie policy