Domani sera a Dogana in scena Barbareschi con "Il discorso del re"

Cinema e teatro s'intrecciano giocoforza non c'è persona che non conosca almeno il titolo seppur senza aver visto il film. La pièce teatrale nasce molto prima del successo cinematografico e Barbareschi ce l'aveva nel cassetto da un po' quando il clamore dell'oscar lo ha spinto a mettere in scena il capolavoro di Seindler. Copione tratto dalla vera storia di Albert (Filippo Dini), secondogenito di re Giorgio V, balbuziente e schivo, che grazie a Logue, uno scalcinato attore-logopedista australiano (Barbareschi) diventa re al posto del fratello (Edoardo VIII) e dichiara, addirittura per radio, guerra alla Germania divenendo il beniamino di uomini e donne dell'allora Impero Britannico.
Il testo di David Seindler a sua volta nella vita sofferente di balbuzie è parola pura e gusto del discorso. Responsabilità del potere come onere più importante dell'onore di un monarca. Istinto dell'arte che cambia il potente rendendolo umano e mondano. Analisi storica visto che la logopedia salva la corona inglese, alquanto germanica... dalle simpatie naziste spiccate del primogenito David che abdicherà.
Protagonisti i media come la radio già affiancata nel 1936 dalla televisione sperimentale fanno di questo spettacolo una 'storica' modernissima parodia della rete e dei nuovo mezzi di comunicazione.

F.Z.

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