Giornata di prove ufficiali della finalissima dell’Eurofestival a Baku

La notte è il make up perfetto per Baku. Spiccano solo le luci dei palazzi del centro. E’ l’immagine che la Capitale Azera trasmette in tutto il Mondo in questi giorni di Eurofestival; è l’immagine sulla quale puntava per aggiudicarsi le olimpiadi del 2020, e la bocciatura di queste ore brucia, eccome. Ma esiste anche un’altra Baku, basta sganciarsi dal circuito turistico e curiosare un po’.
Un altro pianeta, un’altra dimensione rispetto allo scintillio, un pò plastificato cui eravamo abituati. La periferia è costellata di quartieri simili. Immondizia ovunque. Spesso, a pochi metri dalle case spuntano - a centinaia impianti di estrazione del petrolio -, che avvelenano il terreno.
Ovunque gente al lavoro per costruire, in tempi spaventosamente rapidi, opere colossali. E’ stato così anche per la Crystal Hall. 9 mesi fa, qui, c’era un villaggio; gli abitanti sono stati trasferiti altrove senza tanti complimenti. In pochi si ricordano di loro; a Baku non si parla che della finalissima dell’Eurofestival e delle due prove ufficiali di queste ore, la seconda – quella aperta al pubblico – con il voto della giuria e dunque già decisiva per il risultato finale. A chiudere lo show, come 26sima nazione, sarà la Moldova. Baku ci ha accolto da re, possano vivere da principi anche tutti i suoi abitanti.

da Baku Gianmarco Morosini

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