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"Io sono Li" di Andrea Segre, stupisce e riempie, in Sala rosa a via Roma la sera ancora per 2 giorni

5 ott 2011
"Io sono li" di Andrea Segre, stupisce e riempie, in Sala rosa a via Roma la sera ancora per 2 giorni
"Io sono li" di Andrea Segre, stupisce e riempie, in Sala rosa a via Roma la sera ancora per 2 giorni
“Io sono Li” senza accento finale gioca con il complemento, lo stato in luogo, Li è la protagonista cinese della bella sceneggiatura ambientata interamente in laguna intorno a Chioggia vero centro (il luogo) del mondo di due storie “straniere” (lo stato) quella di un’operaia improvvisata barista d’osteria e Bepi vecchio pescatore di Pola trapiantato a Chioggia da 30 anni conosciuto in città come il Poeta per via delle rime baciate da cantastorie istriano -ex Yugo- che gli vengono facili, facilissime, e in lingua “chiozzòta” con quel bel “ciacolare” delle comari da bar: tutti uomini!? Nasce la chiacchiera dell’amore tra i due che è reciproca compassione e sfocia in un dramma dolce della vita che scorre con le onde del mare intrappolate in laguna nelle reti in mezzo ai pesci: la morte diventa vita. La frase, di una giovane coinquilina cinese, amica di Li recita all’incirca così: la laguna è femmina, il mare maschio, in italiano. L’acqua dell’una non è come l’acqua dell’altro: la prima rimane prigioniera in laguna non esce del tutto non va via come le onde del mare, e resta lì.
Il film è sottotitolato perché parlato in mandarino e veneziano stretto, la lingua italiana è marginale e serve a tradurre il necessario, per vivere e lavorare: “ciòdo (il chiodo o debito) e canòcia (la canocchia o panocchia, il crostaceo) valgono molto più delle ciminiere di Marghera sostituite spesso dalle Prealpi (finte? Sulle panoramiche vere a monte) imbiancate da fiaba come unico effetto speciale naturale… Lei soffre ma non piange nemmeno alla fine lui ha già pianto in passato per la morte della moglie. Bella storia filmata alla grande con attori splendidi come Paolini, Battiston o Citran per non dire dei protagonisti.
POSCRITTO
Segre lascia il posto, in sala, da venerdì all’ultimo Olmi sempre dal Festival di Venezia ancora una chicca d’autore al Settebello di Rimini: avercene di sale (in zucca!) così… il cinema non morirebbe in casa dentro un dvd.

fz

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