CINEMA

L'ultimo indiano metropolitano: l'ILVA musicata da Einaudi

È in multisala riminese IL GRANDE SPIRITO “favola neorealista” di Sergio Rubini, ambientato a Taranto, con Rocco Papaleo e prodotto da Fandango - Rai Cinema

Storia pazza di Tonino (Rubini)/ vecchio ladro ubriacone/ che tira il pacco ai compari della mafia tarantina/ fuggendo con il borsone della rapina// sui tetti della città scappa in lungo e in alto sulle terrazze/ fino a farsi male ferendosi cadendo/ e incontrando Cervo Nero il matto cioè Renato una sorta di Barone rampante del sud (Rocco Papaleo)/ che vive lassù in una topaia-soffitta panoramica (sul tetto che salva...)/ convinto di essere l'ultimo dei Sioux folgorato dal GRANDE SPIRITO per il dono preannunciato di un amico arrivato dal ground/ la terra di sotto (un tempo una prateria) distrutta dall'ILVA: l'Uomo del destino.// Un ladro patento in fuga (“un topo di fogna che ascende...” - s. rubini)/ bisognoso d'amore.

Gli ultimi indiani in riserva sono i tarantini vessati dalla fabbrica e dall'inquinamento (un genocidio in riserva indiana) mentre gli yankee sono gli altri (italiani e stranieri) che rubano e uccidono. Follia e Magia (alla Zavattini) in un film (alla Miracolo pugliese a Milano) in lingua 'reimpastata' a più dialetti del sud sottotitolata soprattutto nei dialoghi della malavita. Pellicola senza trucchi, strampalata e trasognata, in musiche per Taranto di LUDOVICO EINAUDI, tratto da “una visione” davvero! proprio di Sergio su Rocco, comico navigato entrato nei ciak in modo imprevedibile, tra l'ILVA e il WEST, immaginando un mondo diverso: sottosopra.

fz 

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