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LA LUPA della SASTRI (successo a San Marino): parole e vita in libertà

29 gen 2016
<strong>LA LUPA </strong>della <strong>SASTRI</strong><strong>LA LUPA </strong>della <strong>SASTRI</strong> (successo a San Marino): parole e vita in libertà
<strong>LA LUPA </strong>della <strong>SASTRI</strong> (successo a San Marino): parole e vita in libertà - Successo di pubblico a Dogana per il cartellone di prosa, LA LUPA con Lina Sastri, grazie alla compa...
Le parole dell'attrice a commento di letteratura e copione sono lungimiranti quando dice che l’opera risale alla fine dell’Ottocento è stata più volte rappresentata e di solito della protagonista se ne è data una visione molto negativa, quella di un’assatanata di sensualità, a caccia di maschi giovani. una mangiauomini crudele e cattiva persino con la propria figlia... è attraente, seduttiva. Gnà Pina è una che vive liberamente la propria vita di donna libera e sincera».
Infondo la Lupa si innamora del giovane Nanni (interpretato da Giuseppe Zeno): «Si innamora perdutamente di lui, è disposta a dargli tutto: la casa, la terra, persino sua figlia. Lui è altrettanto attratto da lei, ma sposa la figlia perché vuole un matrimonio e un patrimonio sicuro, quindi non può permettersi trasgressioni: Nanni vuole la “roba”. E quando avrà ottenuto tutto, estrometterà Gnà Pina dalla sua nuova vita con la giovane moglie. Lei rimane sola e, alla fine, deciderà di sacrificargli la propria vita».
Giudizio di attrice-madre-donna su una figura femminile assai complessa. «Fatta di luci e ombre perché è generosa e al tempo stesso violenta e aggressiva, è carnefice e al tempo stesso vittima. D’altro canto nell’opera stessa di Verga non c’è assoluzione o condanna del personaggio, il grande scrittore si limita a disegnare un mondo di sentimenti, ma soprattutto di convenzioni, rigide regole e pregiudizi. La sua Gnà Pina è sicuramente una persona che prende in mano il proprio destino». Le donne libere di oggi hanno meno problemi con uomini più giovani di loro? «Da un certo punto di vista sì non sono più succubi di pregiudizi che le incatenano all’età anagrafica. Da un altro punto di vista, però, le donne oggi hanno perso la centralità nella famiglia, come mogli e madri, che da un lato le condannava ma dall’altro le salvaguardava. Avevano una identità più forte, che forse hanno perso. La donna è rimasta sola nel percorso di crescita e maturità».

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