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MANSON al cine aspettando TARANTINO

“Mansonmania continua”, in tv e al cinema, gli anni 60 raccontati attraverso la MANSON FAMILY in multisala riminese e riccionese "CHARLIE SAYS" in attesa del film di Tarantino sull'assassinio di Sharon Tate nel 1969

di Francesco Zingrillo
27 ago 2019
Matt Smith nei panni di Manson nel film "Charlie says"Matt Smith nei panni di Manson nel film "Charlie says"
Matt Smith nei panni di Manson nel film "Charlie says"

Lui muore nel 2017 dopo 50 anni di carcere. Ultraottantenne con una x trasformata in croce sulla fronte che diverrà negli ultimi anni una svastica tra gli occhi. Le sue donne-serve della FAMILY non si sono mai pentite e stanno all'ergastolo nonostante gli sforzi di redenzione delle femministe anni 70 e l'abolizione della pena di morte in California. Unico detenuto ancora vivo, sicario esecutore degli omicidi con le MANSON'S GIRLS, Tex, entrò in carcere sorridendo come le altre. “Gli anni Sessanta si sono conclusi il 9 agosto del 1969” con brutale satanica violenza entrata nella sacralità delle case borghesi e nelle ville hollywoodiane di Los Angeles per mano dei demoni mortali della “QUASI COMMUNE” del profeta negativo anticapitalistico, che credeva di essere un mix tra Gesù e belzebù in chiave hippy e rivoluzionaria. Era soltanto un cantante mediocre mancato con amicizie influenti e una canzone scritta per i BEACH BOYS: sopravvissuto in carcere parteggiando per i nazi contro i neri, simbolo antisemita di violenza suo malgrado, gode da morto della banale popolarità del male (tipica del maligno) anche al cinema.

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