Una mostra ad aprire le celebrazioni per i 15 anni del Museo dell’Emigrante

Benito Mussolini, denti da piranha per la potenza della sua parola; Augusto Pinochet, prigioniero del suo potere; Adolf Hitler, uno specchio rotto fra le fiamme. Sono i volti dei gradi dittatori nell’opera di Diego Andrea Ceccoli per i 15 anni del museo dell’Emigrante. “Una iniziativa che promuove il legame con le giovani generazioni e la loro capacità espressiva – ha detto il segretario Antonella Mularoni – nel museo che è di tutte le famiglie sammarinesi. Un tema significativo per un paese che ha sempre evitato i totalitarismi e, in ambito internazionale, si batte per il rispetto delle libertà”. “La violenza e il totalitarismo – commenta il direttore del Museo dell’Emigrante, Patrizia De Luca – ma anche il ruolo che ognuno di noi ha nella storia”. Proprio da qui parte il giovane artista, sammarinese d’Argentina, 26 anni con i “mostri che, tutti noi, siamo stati”. Su tutti Jorge Rafael Videla, il suo potere basato sulla propaganda, responsabile della scomparsa di 30mila argentini, i desaparecidos e proprio a loro dedicato l’unica opera senza nome: “Il mancante”, uomini, ma senza più identità.
Nel video l'intervista a Diego Andrea Ceccoli, artista.

Annamaria Sirotti

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