"PAOLO CHE PRESE IL TRENO" (sammarinese, bianco azzurro)

Più di 3000 in pochi mesi i ragazzi e le bambine lontani e in fuga dalle famiglie d'origine dopo i bombardamenti a tappeto nei pressi di Cassino per 6 mesi assediata anche dalla malaria causa il disseto ambientale ed idrogeologico provocati dagli ordigni. Durante il passaggio della Linea Gustav (oltre IL 90% del territorio ridotto a cumuli di macerie e sangue con tanti morti tra i civili) fuggirono a migliaia verso in centro-nord (centinaia verso Marche e Umbria). Alcuni giovani ospiti furono affidati e accolti (di fatto adottati) da gente di Pesaro; uno di loro, oggi, può raccontare la sua avventura di vita in un filmato storico, realizzato gratuitamente e con soli volontari, da Claudio Venanzini nelle gallerie degli sfollati sotto il Monte (in collaborazione con l'Associazione Treno Bianco Azzurro). Una gara di solidarietà degli attivisti del PCI e della Unione Donne Italiane d'allora per tanti rifugiati e profughi (non solo da Montecassino e dintorni) dal primo dopoguerra fino agli anni Cinquanta.
Gli affidamenti infantili e preadolescenziali furono decine nel pesarese e garantirono un futuro ai figli degli anni Trenta e Quaranta, che subirono il conflitto e loro malgrado (grazie a mamme e papà adottivi) sopravvissero alla pace durante la Guerra fredda e il Boom economico anni Sessanta, mantenendo rapporti con i nuclei originari.
fz

Interviste:
Paolo Paluzzi Protagonista della storia d'affidamento infantile nel 1945
Giuseppe Scherpiani Consulente storico ANPI Pesaro-Urbino
Claudio Venanzini Regista documentario PAOLO CHE PRESE IL TRENO

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