La regola del silenzio: Robert Redford e la protesta sul Vietnam

Ci sono parole che affiorano nella mente da sole e non vanno né giù né su galleggiano per tutto il film: TERRORISMO MODERATO quello del gruppo newyorkese “Weather Underground” diffuso poi in tutti gli States attraverso gli universitari di Chicago dalla guerra del Vietnam arrivano a macchiarsi di un odioso omicidio; fine della moderazione. Chi uccide non tollera e soffoca con la violenza l'urlo di dolore di chi soffre davvero.
Redford e il suo cast di vecchie glorie del jet-set non fanno che ripetere lungo la sceneggiatura a toni contenuti: “siamo tutti morti ma qualcuno è resuscitato”.
Gli Weatherman, gente del tempo non proprio meteorologico, annoveravano tra gli attivisti anche donne: una di loro divenuta madre amorevole di due figli lascia la vita di tutti i giorni per costituirsi, decenni dopo, ripercorre la strada già battuta ma a ritroso: oggi, la sua scelta, si direbbe moderatamente democratica...

fz

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