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Robin Williams: Inedito a 6 anni dalla morte

Da pochi giorni è uscito negli Stati Uniti anche in Video On Demand “ROBIN'S WISH” il docu-film mai visto della moglie Susan sulla malattia del famoso attore WILLIAMS morto suicida

di Francesco Zingrillo
9 set 2020

Nel caso di Robin Williams il desiderio strenuo di sapere e la ricerca della normalità non erano una speranza ma un oscuro presagio quasi una premonizione... (di non farcela più: “non sono più io” - diceva sul set). La malattia irrimediabilmente tramutata in tragedia non solo dai farmaci (sbagliati, per la cura dell'Alzheimer: la sua era LBD, demenza da corpi di Lewy, una malattia debilitante e mortale che altera varie zone del cervello disintegrando volontà e personalità). E poi, il mestiere dell'attore svolto sempre in modo geniale e impareggiabile, certo non lo ha aiutato negli ultimi mesi. E quando il genio muore, e la maestria muore e l'uomo muore, rimane il bisogno e la speranza mai appagati con uno così difficilissimo capire i sintomi e fare diagnosi (dice la terza moglie dopo l'autopsia davanti al coroner). Nel caso di Robin essere un individuo unico e fantastico non lo facilitava nemmeno con la amatissima figlia Zelda (che a 6 anni dalla morte ancora non vuole essere seppellita dai ricordi degli altri diversi dai suoi) o in famiglia con altri 2 figli maschi e 3 matrimoni. Negli ultimi complicati giorni di vita WILLIAMS era spaventato e deluso da tutto e tutti e più malinconico del solito.

fz                                         

              


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