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San Marino, come il calo demografico cambierà la scuola

Calo delle nascite e invecchiamento delle strutture impongono una riflessione sulla pianificazione dei prossimi anni scolastici. Una strategia, delineata dal Gruppo di lavoro, dove la riqualificazione urbana si sposa con le nuove esigenze degli alunni

di Filippo Mariotti
30 nov 2022
San Marino, come il calo demografico cambierà la scuola

Continua il lavoro del Dipartimento Istruzione e del Gruppo di lavoro sulle prospettive della scuola dell'infanzia ed elementare. Scopo, fornire alla Commissione I - quindi alla politica - un nuovo progetto complessivo per una eventuale riorganizzazione dei plessi. Sullo sfondo il trend, ormai acclarato, di un forte calo delle nascite: a fine ottobre sono 184 i bambini nati sul Titano, contro i 222 dello scorso anno e, per puro esempio, i 372 del 2010. Una china discendente, sovrapponibile all'andamento italiano e occidentale in generale, che in una realtà già piccola trascina con sé diversi fattori sociali.

Il riassetto delle scuole non interessa infatti solo i primi portatori d'interesse – insegnanti, studenti e famiglie -, ma tutta la popolazione, a partire dalle istituzioni territoriali come le Giunte. Che, in un Castello privato delle scuole – è il parere di diversi Capitani – non avrebbero più senso d'essere. Sarebbe, affermano, una perdita troppo dolorosa e depauperante dal punto di vista sociale. Riflessione che porta con sé finanche dubbi sull'utilità della divisione della Repubblica in nove amministrazioni locali.

Dall'altra parte c'è l'aspetto didattico e sociologico di bambini e giovanissimi, gravati da due anni di pandemia e da relazioni extra-scolastiche sempre più labili. Calo demografico significa infatti, e sempre più spesso, figli unici, distratti e acquietati dagli schermi luminosi di smartphone e tablet, con difficoltà ad apprendere il linguaggio fino alla scuola dell'infanzia. E che quindi avrebbero necessità di maggiori relazioni sociali “tra pari”, anche all'interno della scuola. A livello pedagogico - è il parere del Gruppo di lavoro e del Dipartimento Istruzione, sulla base di studi qualificati -, i numeri troppo piccoli non funzionano. L'ideale, per quanto riguarda la scuola elementare, sarebbe il raggiungimento per ogni plesso di almeno due sezioni, con classi di 18-20 alunni. Numeri che permetterebbero le giuste dimensioni di collaborazione, cooperazione e crescita cognitiva.

Ed ecco che si fa sempre più concreta l'idea di accorpamenti di intere scuole. Quello di singole classi rimane invece un'ipotesi di più difficile attuazione. Ma – sottolinea il Dipartimento Istruzione – è una soluzione tampone che servirà solo a posticipare il problema, visto che la popolazione studentesca complessiva per i due ordini scolastici si assesterà nei prossimi anni intorno ai 700-800 allievi per la scuola dell'infanzia e ai 1100- 1200 allievi per la scuola elementare. Problema che non è però solo numerico. Dato che la maggior parte delle strutture risultano ormai antiquate – come le elementari Borgo Maggiore o quelle di Ca' Ragni - o con spazi, interni ed esterni, esigui o inadeguati. Oltre a mostrare evidenti criticità relative alla presenza di barriere architettoniche.

L'obiettivo principe, sulla quale insisterà la nuova relazione, sarà quello di creare – nel medio-lungo periodo – 6 o 7 plessi di scuola elementare e 7 o 8 plessi di scuola dell'infanzia. Uno scenario che richiederebbe un forte investimento di edilizia scolastica. Alcune strutture andrebbero infatti ampliate e altre costruite ex novo. Poli di nuova concezione sia dal punto di vista strutturale, ad energia quasi zero, che funzionale. Progetti all’avanguardia, dunque, sotto il profilo della sostenibilità ambientale e della concezione degli spazi per le finalità didattiche. Un nuovo disegno, di largo respiro - che dovrà essere incorporato nel Piano regolatore generale che verrà - ma che necessiterebbe di una decisione nel brevissimo tempo, come segnalato a chiare lettere dalla relazione del Gruppo di lavoro.

Al netto delle voci, preoccupate, che circolano dentro e fuori le scuole, non è stata assunta alcuna decisione definitiva. 





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