
In tempi di guerra dove scorre il sangue per la terra, la storia di una realtà piccola come San Marino non deve perdersi, anzi, va riscoperta e valorizzata. Perché è la storia straordinaria di uno Stato che ha saputo attraversare epoche, contese e conflitti, mantenendosi libero e indipendente.
Una storia in cui i Patti di Fossombrone hanno scritto un capitolo fondamentale, definendo la nuova linea di confine del paese, rimasta sostanzialmente invariata fino ai giorni nostri.
Questo unicum è raccontato in “San Marino 1462 – 1463. I Patti di Fossombrone e la bolla di Pio II”, che nel 2017 ha vinto il Premio “Frontino – Montefeltro”, e che ha visto la luce grazie a Banca di San Marino, istituto nato proprio a Faetano, uno dei quattro Castelli annessi alla Repubblica.
“In questi momenti in cui si parla tanto di geopolitica e di equilibri mondiali – commenta il Presidente di Banca di San Marino Raffaele Bruni – è un piccolo esempio che viene dal passato di come sia importante quello che oggi si chiama soft power, una piccola realtà che trova un suo equilibrio all'interno di un contesto di grande cambiamento. Il Papa era Piccolomini, il grande Papa della diplomazia, e quindi è un momento di parlare della storia, ma di parlare anche di oggi, magari in maniera figurata, presentando un esempio concreto di come si possono fare le cose per un Paese importante come San Marino”.
Il contributo scientifico della Società di studi storici del Montefeltro e il patrocinio di Congresso di Stato, Ambasciata d’Italia, diocesi San Marino – Montefeltro, testimoniano il valore dell'opera, che raccoglie gli atti del convegno tenutosi nel 550° anniversario dei Patti di Fossombrone, ripubblicato per offrire una nuova occasione di approfondimento.
Per Alberto Spataro, esperto in Storia medievale e docente dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, “la fortuna di San Marino è stata senz'altro quella, attraverso un'accorta politica certamente strategica, militare, ma soprattutto culturale, di poter mantenere questa sua peculiarità fino ai giorni nostri”.
Dunque, si parte dalla firma del documento pontificio per raccontare il clima storico e culturale dell'epoca, ma anche indagare dinamiche familiari ed equilibri di potere.
Il curatore della pubblicazione Carlo Colosimo, sottolinea la “grande intraprendenza che alcuni sammarinesi svilupparono già mandando i figli a studiare presso le corti principali dell'epoca. Intraprendenza che ha avuto il momento più alto nell'occasione di doversi schierare con l'uno o l'altro dei signori circonvicini. Questo ha prodotto un beneficio per la Repubblica. In qualche modo si può parlare non solo di intraprendenza, ma anche di scaltrezza e di gestione della cosa pubblica nell'interesse del proprio Stato. È una consapevolezza che, dimostro nel libro, i sammarinesi hanno almeno dalla metà del XV secolo”.