2 visioni – differenti ma complementari - di una città odiata e desiderata, distrutta e rinata, definita simbolo d'Europa, racchiudendone tutte le contraddizioni. Si parte da una ambientazione buia e umida, negli scatti di Gabriele Mazza, per giungere poi ad una magnifica Sarajevo baciata dal sole. Le figure umane sono volutamente mosse, indistinguibili, quasi a voler rappresentare chi non c'è più. Ben visibili, invece, le cicatrici della guerra nelle foto di Vittorio Giardi. Ma emerge in ogni caso la voglia di vivere, della gente di questa città. Materiale raccolto – lo scorso anno – in occasione del Winter Festival di Sarajevo, al quale avevano partecipato i 2 fotografi di San Marino. “La ricucitura dei conflitti – ha dichiarato il segretario Morganti, nel corso della presentazione - è fondamentale, e la Repubblica non deve sottrarsi dall'affrontare queste tematiche”. L'ambasciatore di San Marino in Bosnia-Erzegovina, Michele Chiaruzzi, ha parlato del forte legame, del Titano, con la città: definita “del dialogo e del confronto”. Presente anche l'ingegnere Gilberto Rossini. E non è mancato – nel corso della presentazione – un intervento del Direttore di San Marino RTV, Carlo Romeo, che ha parlato dell'impegno della TV di Stato nell'area balcanica e dell'esperienza personale a Sarajevo
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