In scena "Questo è il mio nome", testimonianze vive sulle storie dei migranti

Il ricordo delle mani di una madre. Ma anche i pensieri sulla fauna del proprio paese d'origine o le immagini della nonna che ha cresciuto i suoi nipoti. Storie di un viaggio. Un viaggio lungo partito dall'Africa subsahariana e diretto in Italia, a bordo delle carrette del mare. I protagonisti di questa rappresentazione teatrale sono appena diventati attori. Hanno imparato a recitare una volta sbarcati in Italia. Loro arrivano da paesi in guerra: Niger, Costa d'avorio, Mali, Senegal. Oggi e domani al teatro Nuovo di Dogana incontrano quasi 600 studenti della scuola media inferiore e secondaria superiore. Sul palco si recita con lo spettacolo “Questo è il mio nome”, premiato al Festival della Resistenza con il Premio Museo Cervi – Teatro della Memoria nel 2016.


La rappresentazione racconta quest'esperienza pericolosa che ognuno di loro ancora vive. Prima di arrivare in Libia hanno affrontato il deserto. Chi riesce a sopravvivere attraversa il mare. Punto di arrivo, la Sicilia. Grazie al servizio per i richiedenti asilo ”Sprar” di Reggio Emilia, dove ha sede la compagnia di teatro, hanno studiato italiano e fatto pratica con lavori e tirocini. Chi fa il pasticcere, chi il contadino e chi il gommista. La passione che li accomuna è l'amore per il teatro e ovviamente, quella per la propria terra.
Nel video intervista ai registi Monica Morini e Bernardino Bonzani e agli attori Djibril Cheickna Dembélé, Ousmane Coulibaly, Ezekiel Ebhodaghe

Serena Santoli

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