Taglio del nastro al Museo di Stato per la mostra ANTONIO ORAFO DA SAMMARINO

Il passato incontra il futuro attraverso una mostra interattiva, multimediale, che sperimenta attraverso nuove tecnologie museali un modo diverso di raccontare la storia, quella di Mastro Antonio, artista sammarinese del rinascimento, che fu annoverato da Alessandro VI tra gli orafi di corte. “Il primo e più eccellente orafo della città”, lo definì Benvenuto Cellini. “Un personaggio complesso”, lo descrive Anna Fiorelli, “protagonista del suo tempo allo stesso livello di Raffaello e Bembo”. C'è un filo rosso che lega San Marino all'Italia, e la mostra nasconde una grande ricerca negli archivi di entrambi i paesi. Un anno di lavoro e sinergie, alla scoperta della parte più sconosciuta di Antonio: la famiglia. Si scopre così il legame con i Belluzzi, la sua prima formazione
nell'ambito dei metalli. La Repubblica lo elesse suo rappresentante permanente a Roma, ed è affascinante immaginare l'emozione che deve aver provato quando, nel 1476, si trasferì nell'Urbe dal piccolo monte. Lì trovò un mondo nuovo, crogiolo di artisti e linguaggi. Le potenti relazioni che strinse in seguito gli permisero di difendere la sua patria dalle interminabili contese con i signori confinanti. Una lettura della storia frutto di un lavoro organico fra istituti culturali, corso di laurea di design, San Marino rtv. In mostra argenterie sacre del 1500, documenti originali dall'Archivio di Stato e riproduzioni di carte provenienti da Oxford, Parigi, biblioteca Vaticana. C'è anche la ricostruzione con pezzi originali di un laboratorio orafo. Si mette così in scena non solo l'artista, ma la sua grande vita. Se ne scoprono il lavoro, la stretta amicizia con Raffaello Sanzio e l'indole cauta e riflessiva. La sfida? La rivela Paolo Rondelli: “valorizzare una figura sammarinese per una visione nuova della Repubblica, sempre più positiva”

MF

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