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The Boys in The Band al Nuovo, dal cult di Crowley

Tradotto e adattato dall'opera culto per il Movimento LGBT anni '70. Regia di Giorgio Bozzo

di Annamaria Sirotti
26 mar 2022

Nove interpreti per uno spettacolo che insieme diverte e fa riflettere, dalla commedia al dramma, sulla comunità omosessuale, nello scarto di emozioni tra il vivere dentro e fuori la porta di casa: “Si vuole far capire come la comunità omosessuale – dice Giorgio Bozzo, produttore e regista - avesse la possibilità di esprimere se stessa all'interno di un salotto - come in questo caso, in occasione di una festa di compleanno - ma come tutto quello che stava fuori dalla porta portasse a una compressione, dei desideri e delle emozioni che possono portare la nevrosi”.

Costantino della Gherardesca traduce e adatta il successo di Mart Crowley, The Boys in the Band, e Giorgio Bozzo lo porta al Nuovo con il sottotitolo “Festa di compleanno per il caro amico Harold”, così nelle sale italiane arrivò il film che seguì il successo inaspettato dello spettacolo divenuto riferimento e ispirazione per le prime battaglie del Movimento omosessuale americano del '69: “fu un insperato successo – spiega ancora Bozzo - Si auguravano di andare in scena per una ventina di replica, ne fecero 1000.

Andò chiunque a a vedere questo spettacolo. Ci andò Marlene Dietrich, Groucho Marx, andò il sindaco di New York. Fu il primo spettacolo con protagonisti omosessuali, per il grande pubblico. Spettacolo didattico, perché nel 1968 fece capire a tante persone qual era la vita dietro la porta di casa di molte persone, magari chiacchierate, ma non si sapeva che vita avessero. E lo spettacolo svelava un linguaggio, un modo di relazionarsi, che gli omosessuali potevano permettersi solo all'interno di un appartamento, chiuso da una porta”.

Nel video, l'intervista a Giorgio Bozzo, regista e produttore





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