Università: più sammarinese ma anche più internazionale

“L'Università di San Marino rappresenta uno dei più significativi strumenti per lo sviluppo del Paese”. Questa la premessa del progetto di riforma del segretario di Stato Morganti, secondo il quale, se non si interviene presto e in modo mirato, alcuni sintomi contradditori - manifestati dall'Ateneo - potrebbero tramutarsi in patologie. Da qui l'esigenza di rivedere la normativa in materia. Gli obiettivi sono molteplici. Innanzitutto modificare la governance dell'Università separando le funzioni didattiche e scientifiche da quelle amministrative. A capo di queste – secondo Morganti – sarebbe auspicabile un vero e proprio Direttore Amministrativo. Un manager che possa implementare le connessioni con le realtà imprenditoriali del circondario, sviluppare i rapporti con le Università di altri Paesi, e così via. Quanto ai docenti si punta a privilegiare il contratto a tempo determinato. Nelle linee guida, poi, una razionalizzazione delle sedi e degli attuali 6 dipartimenti, e l'istituzione di una Consulta dell'Università – composta anche da imprenditori e rappresentanti sociali – che favorisca uno sviluppo in stretto contatto con il territorio. Si ipotizza anche l'istituzione di una Fondazione per fare confluire risorse di investitori privati. Tra gli obiettivi, infine, un potenziamento dell'attività di ricerca, legata all'istituendo Parco Scientifico; un forte impegno per il riconoscimento dei titoli e delle docenze sia a livello europeo, che con l'Italia; e grande attenzione al rapporto costo/ricavi.

Gianmarco Morosini

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