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VIVA la MORTAdella: una 'buona' storia bolognese

Il Museo del Patrimonio Industriale bolognese propone una sezione con dei video dal sito in una visita guidata sulla “Storia della mortadella”

4 dic 2020

La MORTADELLA nel mondo è conosciuta con il nome di BOLOGNA in un insaccato ro-tondo di carni suine macinate, cotte lentamente e conservate a lungo: MORTATUM FARCINEM nel medioevo farcita col mirto poi 'elegantemente' speziata con pepe e pistacchio. Nel 600 era un bene di lusso (prodotto di qualità lavorato solo dentro le mura felsinee e controllata per ingedienti e qualità) che costava 2 volte più dell'olio, 3 volte il prosciutto e 9 volte più del pane. 'Conciata' in vari modi dai “salaroli” (67 le botteghe specializzate trattavano le carni porcine salate) tra la fine del 700 e l'800 da artigianale divenuta industriale. Nei negozi-laboratori veniva impacchetta e plastificata, inscatolata nella latta e conservata per l'esportazione; la MORTADELLA è giunta fino a noi inalterata nel gusto e per la fama... Ancora oggi “un etto di Bologna è uno spuntino elegante” perché “una fatta tira l'altra”, secondo lo slogan della storica ditta tradizionale “Pasquini e Brusiani” che rientra nel percorso museale patrimonio industriale della città. Scrive il mitico fondatore Ennio Pasquini: “senza Mortadella (con la M maiuscola) non si può stare...” tantomeno a Bologna.

  fz 



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