Anche l'Anis parla di discriminazione verso i frontalieri

E’ scontro a tutto tondo sulla cosiddetta “tassa sui frontalieri”. Le organizzazioni sindacali contestano la decisione dell’esecutivo e chiedono di ritirare l’articolo 56 della finanziaria. Contrari anche gli industriali, che parlano di sperequazioni e di rischio di discriminazione fra lavoratori della stessa azienda. Una posizione comune fra Anis e Csu, che qualcuno aveva fatto notare come fosse un fatto assolutamente nuovo e insolito. Lo stesso Segretario agli Esteri, secondo quanto riportato dalla conferenza stampa di Alleanza Popolare, si era detta sorpresa, dal momento che il provvedimento era stato proposto proprio dall’Anis. Non concordano gli industriali, che ricordano invece di avere avanzato proposte del tutto diverse. In una lettera, inviata nei giorni scorsi a tutti i capigruppo, sottolineavano di aver ipotizzato una riduzione del 4% delle quote per le spese di produzione del reddito, ma per tutti i lavoratori e non solo per il frontalieri in misura vicina al 9 per cento. Ma l’ipotesi non piace a Giuliano Tamagnini, Segretario generale della CSdL. “Non siamo assolutamente d’accordo – dichiara – prima paghino quelle categorie che da lungo tempo evadono il fisco”. Tamagnini punta il dito sui lavoratori autonomi e afferma che non si possono colpire i redditi dei dipendenti per sanare i conti pubblici. “Se l’Anis – aggiunge – intende chiedere la sospensione dell’articolo 56 lo faccia autonomamente, ma dopo – aggiunge – si deve riformare il fisco secondo criteri di equità”.
Nel video l’intervista a Paolo Rondelli, presidente Anis.

Sergio Barducci

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