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Anche Passepartout pensa a trasferirsi in Italia

21 giu 2010
San Marino - Anche Passepartout pensa a trasferirsi in ItaliaAnche Passepartout pensa a trasferirsi in Italia
Anche Passepartout pensa a trasferirsi in Italia
La Passepartout, storica azienda che crea software gestionali, sta valutando lo spostamento dell’attività oltre confine. Per ora guarda all’apertura di un ufficio commerciale a Rimini. Non sarà semplice, ci saranno costi aggiuntivi. Ma se le cose andranno bene, l’intenzione è il totale cambiamento di sede. Il presidente dell’azienda, Stefano Franceschini, non teme i controlli delle fiamme gialle. “Siamo un’azienda sana – dice – con un’attività chiara.” La produzione nasce infatti in Repubblica, nulla viene importato e non ci sono rischi di triangolazioni. Ma Franceschini non vuole mettere in difficoltà i suoi clienti che finirebbero, fatturando a San Marino, nel mirino della Guardia di Finanza. Non c’è solo la Passepartout a guardare all’Italia come via di fuga. Anche Erbavita ha annunciato, da tempo, l’intenzione di fare i bagagli definitivamente. Ma ci sono anche voci di altre realtà in procinto di partire che, una volta contattate, hanno invece smentito. La preoccupazione c’è, è inutile negarlo. C’è poi il caso di una realtà sammarinese che opera per conto terzi, che si è vista diplomaticamente tolta dal parco fornitori di una grossa azienda italiana di meccanica. In questo momento si lavora a soluzioni alternative con la consulenza di Camera di Commercio, Anis e Osla che stanno offrendo una serie di istruzioni tecniche per l’interscambio. L’associazione Industriali, in particolare, sta preparando una lettera tipo che le aziende potranno inviare ai loro clienti e fornitori. Ma c’è ancora chi coltiva la speranza latente di uscire dalla black list. L’invito dell’Osla è di non fare gli struzzi ma di affrontare la realtà e trovare tutti insieme il modo per far fronte al problema.

Monica Fabbri

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