Anis: FMI andava ascoltato prima. Adesso tutti insieme per riforme strutturali

Anis: FMI andava ascoltato prima. Adesso tutti insieme per riforme strutturali.
"Il Fondo Monetario ha messo in luce diverse criticità del sistema economico, già evidenziate in passato. Se non avessimo sottovalutato queste indicazioni, che si ripetono ormai da anni, oggi forse non ci troveremmo in questa situazione". Così Assoindustria che invita anche a non stupirsi della stima di crescita del Pil inferiore a quella italiana che, nell’Eurozona è tra le più basse. I nostri vicini, scrive l'Anis, hanno messo mano al mercato del lavoro con il Jobs Act e agevolato gli investimenti delle imprese, con i super-ammortamenti. E le statistiche stanno dando ragione all’Italia, nonostante debba comunque ancora gestire l’enorme debito pubblico e la crisi del sistema bancario. Debito pubblico, sottolinea la nota, che inizia ad assumere proporzioni davvero preoccupanti anche a San Marino. Anis ribadisce che indebitarsi per fare investimenti utili al Paese è una cosa, chiedere soldi per pagare la spesa corrente è un’altra. Serve una profonda revisione, che non riguarda solo il numero dei dipendenti pubblici valutato come eccessivo anche dal FMI. Occorre stabilire, prosegue la nota, quali siano i servizi essenziali che lo Stato può e deve mantenere, mettendo a mercato gli altri. Sul sistema bancario, aggiunge, occorre intervenire in maniera strutturale, con la massima condivisione dei numeri e dei criteri. Una Commissione di stabilità finanziaria, autonoma e formata da tecnici, dovrà ideare il piano di rilancio del settore. Dobbiamo saper trasformare le sfide in opportunità, conclude la nota, mettendo in campo riforme lungimiranti e innovative, dall’IVA alle pensioni

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