L'Anis intende chiedere al Governo di rivolgersi agli organismi europei

L'Anis si interroga sulle mosse per fronteggiare gli effetti del decreto incentivi e dare risposte alle esigenze dei clienti italiani. Qualcuno ha già fatto la scelta di trasferire oltre confine parte della propria attività, di aggirare in questo modo l'ostacolo, altri si stanno organizzando, ma i benefici diretti non sono così scontati, anzi, qualche industriale che ha già aziende in Italia mette in guardia i colleghi. Per il momento la strategia è quella di una corretta informazione a clienti e fornitori, al tempo stesso assicurare adeguata assistenza. Per questo sul sito dell'Anis è già stato pubblicato l'intero pacchetto trasparenza, pronto anche un servizio di consulenza per quei clienti che dovranno compilare il listing mensile. L'obiettivo è alleggerire l'aggravio burocratico e dissolvere le incertezze. Intanto si guarda all'Europa e ai suoi organismi. Venerdì prossimo l'Anis chiederà ufficialmente al Governo di incontrare Consiglio d'Europa, Ocse, Gafi e Moneyval e lo spronerà a fare sul serio, ad applicare cioè con rigore, le leggi adottate. Si spinge con decisione verso l'assoluta trasparenza. Bene la conferenza stampa di Roma, ma l'attenzione dei giornali italiani è giudicata piuttosto scarsa, bene anche preoccuparsi della black list, ma è fondamentale adottare un progetto globale, che persegua l'eccellenza, una linea di rinnovamento verso il futuro. Non credono più in un colpo di coda che entro il 1° luglio risolva la questione, ma intendono consultare esperti e legali per capire se i decreti italiani ledano in qualche modo le regole del libero scambio. E' un'Anis più agguerrita che mai.

Sergio Barducci

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