Assemblee CSU: "Sciopero generale necessario"

"Sciopero generale sempre più necessario di fronte alle mancate risposte ai problemi del Paese", rispetto agli appelli alla concertazione che “continuano a cadere nel vuoto”. Lavoratori e pensionati contro il Governo che “continua a creare divisioni senza realizzare obiettivi di equità fiscale e sociale”, pronti a far sentire forte la propria voce, si sono espressi nella terza assemblea della CSU.

Propositivi sui temi dello sviluppo, per cui si chiede di scegliere un modello di economia che tenga al centro l'industria manifatturiera, “quella che ha fatto reggere il Paese di fronte alla crisi e che da sola produce oltre il 50% del PIL”. Settore quasi non menzionato, per la CSU, nel Piano di stabilità che guarda invece in prevalenza al comparto che ha prodotto debito per la collettività: sistema bancario e Carisp.

Torna la richiesta di avviare azioni di responsabilità verso chi ha provocato il dissesto dell'Istituto, ma anche chiarezza sulle modalità di vendita degli NPL e sugli esiti dell'AQR, per sapere se le banche possano ricapitalizzarsi con le proprie forze e se si renda necessaria l'immissione di altro denaro pubblico.

Spending review: torna il no secco a tagli lineari, nel dettaglio, alla decurtazione di un'ora settimanale ai lavoratori pubblici.

Sulla patrimoniale: sostanzialmente riconosciuta la richiesta di esonero per la prima casa, resta - quale limite - la mancata somma di beni immobili e mobili e la previsione di una sola aliquota su tutti i patrimoni, contro la richiesta della CSU di una progressiva quale principio di democrazia.

Pensioni: ancora un no al passaggio dal sistema retributivo a contributivo, “che creerebbe generazioni di pensionati in povertà”.
Su tutto, la richiesta di equità fiscale, sollecitando accertamenti reali su tutti e da subito, potenziando lo strumento della Smac.
Non manca un accenno alla Magistratura; nel silenzio – dice la CSU – che da mesi è sceso sulle vicende che hanno indagato sui rapporti tra politica e malaffare, nella sensazione che “la politica possa aver cercato di minare l'autonomia del terzo potere” e chiedendosi “perché, a un anno dalla sentenza sul processo “Mazzini”, ancora non siano note le motivazioni”.

AS

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