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Banche e finanziarie: parecchi conti sarebbero fantasma

5 mag 2008
Sede della Banca d'Italia
Sede della Banca d'Italia
Otto i funzionari di banca indagati in Romagna per aver condotto operazioni bancarie finalizzate al riciclaggio di denaro. Tutto nasce da un conto corrente trovato a gennaio nella forlivese Banca di Credito e Risparmio di Romagna, finita nell’inchiesta “Re Nero”. Un conto intestato alla finanziaria di Asset Banca, la Smam. Da lì Polizia e Guardia di Finanza, coordinate dal sostituto procuratore di Forlì, Fabio Di Vizio, hanno seguito la traccia delle relazioni tra banche e finanziarie del Titano e quelle italiane. In totale le banche sammarinesi sarebbero 12 e le finanziarie oltre 50. Secondo l’ipotesi di reato alla base dell’inchiesta, parecchi conti accesi tra San Marino e le banche romagnole sarebbero fantasma, intestati a personaggi anonimi, non registrati e quindi impossibili da monitorare dai preposti uffici di controllo antiriciclaggio della Banca d’Italia. Ma resta ancora da capire esattamente se le irregolarità accertate in Italia abbiano dei riscontri anche sul Titano. Per ora sono 8, quattro di Forlì e quattro di Rimini, i funzionari bancari focalizzati dalla magistratura. Le comunicazioni di garanzia sono già partite: restano però ancora da accertare nel dettaglio ruoli e responsabilità. Il reato ipotizzato è la violazione dell’articolo 2 della legge 197 del ’91, che è il punto di partenza della normativa sul contrasto al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo internazionale. La disciplina presa in esame dalla procura di Forlì è quella che dispone che ci sia una traccia chiara e inequivocabile per ogni cliente. Ognuno cioè deve essere registrato e archiviato con un codice di riconoscimento. Ogni operazione sospetta va segnalata alla Banca d’Italia. La violazione, dicono gli inquirenti, è diffusa e sistematica. Molti addetti ai lavori hanno manifestato una palese non conoscenza delle normative antiriciclaggio. La stragrande maggioranza degli istituti, dicono le fonti dal palazzo di giustizia forlivese, è risultata al di là dei paletti fissati delle norme antiriciclaggio. Al vaglio ci sono migliaia di carte acquisite nei vari sportelli.

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