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Call Center Opera: si discute sulle prospettive dell'azienda

10 lug 2012
Call Center Opera: si discute sulle prospettive dell'aziendaIncontro alla segreteria al lavoro sul futuro del call center opera
Incontro alla segreteria al lavoro sul futuro del call center opera - -
Le ragioni dello sciopero del 5 luglio scorso andavano approfondite insieme ai Sindacati, OSLA, i dipendenti e la proprietà del call center. La situazione è grave: a pesare è il mancato pagamento di due mensilità e del TFR. Ma Opera – ha ribadito il direttore, Maurizio Mazzavillani durante l’incontro – continua a navigare in cattive acque. Soluzioni immediate, quindi, non se ne vedono. Si spera a breve in un intervento esterno. Non si tratterebbe dell’ingresso di un nuovo socio in azienda – notizia che circolava da qualche giorno – bensì dell’apertura di un nuovo call center che potrebbe assorbire tutti i dipendenti. Ad illustrare la proposta, l’imprenditore italiano Lello Borgheresi della Network Contacts. Il progetto è stato accolto con riserva dalla FULCAS – CSU: “A preoccupare – sottolinea il sindacato - sono i presupposti vincolanti che condizionano tale impegno: si va dalla richiesta di significative agevolazioni fiscali e contributive, alla pretesa di deroghe contrattuali che andrebbero ad abbassare le condizioni normative ed economiche dei lavoratori”. Ad ogni modo, tutti d’accordo: prima di ragionare sul futuro, occorre pensare al presente. Prioritario per l’USL il saldo degli arretrati e un maggior coinvolgimento dei lavoratori nel costruire il futuro dell’azienda. Per il Segretario al Lavoro, Mussoni, prima bisogna pensare alla tutela delle persone, poi si può ragionare in prospettiva – ha detto - “compiendo magari una valutazione sulla competitività delle nostre regole”. Tra l’altro, il nuovo progetto imprenditoriale, nelle intenzioni molto ambizioso, - fa sapere la CSU - vorrebbe impiegare una pluralità di figure professionali non tutte reperibili tra i cittadini sammarinesi o residenti iscritti alle liste di collocamento. OPERA impiega 43 lavoratori, quasi tutti sammarinesi, in gran parte a part time e provenienti dalle liste di mobilità e disoccupazione. Ultimamente ai problemi economici del call center si sono aggiunte difficoltà interne di tipo organizzativo e disagi legati alle linee di comunicazione.

Silvia Pelliccioni

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