NORMATIVA

Cannabis terapeutica, Muccioli (Authority Sanitaria): "Fioccano le richieste". Caccia ai capannoni idonei alla produzione

Obiettivo: diventare mercato di riferimento per l'Italia guardando all'Europa

Dopo le anticipazioni apparse ieri sul Corriere Romagna, ulteriori dettagli dal Dirigente dell'Authority Sanitaria, Claudio Muccioli sulla produzione di cannabis terapeutica nella Repubblica di San Marino: "E' la normativa che è uscita nel 2021, - ricorda - ha avuto grande interesse a livello nazionale e anche internazionale. Moltissime aziende sono venute da noi, interessate a sapere come costituire una società a San Marino, per poter operare nel settore della cannabis. In questo periodo la normativa si è adeguata e in seguito all'ultimo adeguamento, hanno avuto il nulla osta da parte del Congresso di Stato quattro società con sede a San Marino che in questo momento si stanno attrezzando per avviare la produzione, e quindi chiedere a noi, dell'Authority Sanitaria l'autorizzazione per avviarla e poi avviare la trasformazione". 

Quattro aziende, dunque, pronte ad operare e – precisa ancora Muccioli – “tra le tante richieste di società interessate, due ad oggi sono già in fase avanzata di preparazione della documentazione”. La prospettiva in generale è particolarmente allettante sul fronte dei ricavi economici e in termini occupazionali: l'obiettivo è quello di diventare mercato di riferimento per l'Italia guardando all'Europa.

"Questa normativa ha un vantaggio, quello di essere molto chiara nel suo presupposto - spiega il Dirigente dell'Authority - le società che vogliono operare nel settore della cannabis possono farlo solo con la finalità della produzione di un farmaco. Quindi, prima nella parte iniziale della coltivazione dovranno essere seguiti tutti i regimi riconosciuti a livello internazionale di good practices per fare un farmaco, dopodiché il prodotto dovrà essere trasformato in una officina farmaceutica, autorizzato da Aifa o un ente internazionale come l'Ema, per farlo poi riconoscere come farmaco. Quindi da noi uscirà come un qualsiasi altro farmaco stupefacente utilizzato a fini terapeutici".

Va da sé ma è comunque bene rimarcare che le piante non saranno coltivate in campo aperto ma in serre tecnologiche idroponiche in strutture industriali che verranno riconosciute come energivore. Coltivazione che se non necessita di spazi amplissimi, deve però avvenire in locali adatti. Quindi, è già caccia al capannone idoneo in territorio. Investimento di partenza, da 3-4 milioni di euro.

Nel video l'intervista al Dirigente dell'Authority Sanitaria, Claudio Muccioli.

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