La Cassa di Risparmio respinge ogni accusa di arroganza sulla vicenda legata al fondo pensioni

La Cassa di Risparmio respinge ogni accusa di arroganza sulla vicenda legata al fondo pensioni.
Il dialogo – scrive il consiglio di amministrazione della banca – che si è cercato a più riprese di attivare con i dipendenti ruota attorno all’esigenza di trovare una soluzione al contrasto tra regolamento del fondo che prevede la possibilità di andare in pensione al 55esimo anno di età, e la legge del 2005 che ha innalzato l’età pensionabile per l’Iss.
Una normativa che costringe il gestore del fondo a considerare non più attuabile il beneficio della pensione a 55 anni costringendo il fondo a pagarne una sostitutiva per 10 anni e non più per 5 come avveniva prima.
La difesa in tribunale delle ragioni della Carisp – prosegue il CdA – avviene citando i dipendenti perché il fatto è dovuto, non avendo il fondo personalità giuridica ma essendo lo stesso la somma degli interessi dei dipendenti stessi. Ogni forma di disinformazione – concludono i vertici – è da respingere.
Per quanto riguarda poi i dipendenti che si sono dimessi nel 2006, cioè a nuova legge già vigente, la banca ha messo a disposizione fin da ottobre per il loro sostentamento e in attesa di una soluzione, una somma mensile di 2 mila 500 euro confermata dal magistratio del lavoro.

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