Le categorie economiche non fanno sconti alla politica. La crisi di Governo preoccupa tutti

La crisi di Governo sta mettendo a rischio l’intero sistema paese. “Una scelta irresponsabile”, accusa l’Anis. E non è la sola a pensarla così. “Non era questo il momento per aprire una crisi – commenta il Presidente Osla Mirko Dolcini -, ci sono scelte da fare per quanto difficili e contestate. Nell’assenza di decisioni non si può rimanere”. C'è il timore che le elezioni facciano arrivare il paese impreparato all'esame dell'Ocse. L'Usot si unisce al coro di critiche. “Noi imprenditori non possiamo andare in ordinaria amministrazione come il Governo” – ironizza il Presidente. Filippo Bronzetti ritiene che la politica, firmato con l’Italia, abbia tirato i remi in barca invece di dare il colpo di reni per uscire dalla black list. “Ci siamo incagliati nelle solite dinamiche partitiche. Mi auguro – aggiunge – che qualsiasi sia la scelta venga fatta al più presto". “Non c’è politica peggiore di quella che non prende decisioni”, gli fa eco la Presidente dell’Unione Artigiani. Loretta Menicucci si dice stufa del balletto delle poltrone. Invita a pensare al bene del paese che rischia di rimanere fermo al palo. Riconosce la volontà politica, nell’ultimo periodo, di dare risposte. "Non sempre le riforme sono state condivise – vedi quella tributaria che ha peccato di equità – ma l’Unas sa che occorre fare sacrifici. Questione di buon senso". Il percorso delle riforme deve quindi andare avanti. L’Usc ritiene invece che la crisi sia figlia dell’inadeguatezza di alcuni progetti di legge. “C’è stata leggerezza nel proporli"– spiega Carlo Lonfernini. "La riforma fiscale, in particolare, ha generato dissapori nella stessa maggioranza". I commercianti non si aspettavano però una crisi. “Ora siamo preoccupati – dice – perché in questo momento andrebbe assicurata la governabilità”.

Monica Fabbri

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