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La conferenza "Uscire dalla crisi" organizzata dalla CSU

27 ott 2009
La conferenza "Uscire dalla crisi" organizzata dalla CSU
La conferenza "Uscire dalla crisi" organizzata dalla CSU
“Bisogna chiudere il contratto del privato”. Il sindacato non ha mezzi termini. È questa la priorità, inserita in un discorso più ampio di prospettive di sviluppo e ammortizzatori sociali. “Non possiamo lasciare 6mila lavoratori senza contratto” dicono, chiedendo al governo un ruolo più incisivo, criticando una certa distrazione dopo aver portato a casa l’accordo per il settore pubblico. C’è comunque qualcosa di positivo: l’unità dei lavoratori. “La crisi non può impedire la conclusione dei contratti” ribadiscono i vertici sindacali. È vero che Anis, così come l’Associazione Bancaria non firmerà l’accordo tripartito, ma lascia aperto uno spiraglio di intesa, in cambio chiede maggiore flessibilità.
Una diatriba tutta interna alle associazioni di categoria si consuma poi sul palco di Domagnano. L’Osla non ha gradito gli attacchi degli industriali sulla rappresentatività in sede di contratto, e rivendica non solo la legge sull’erga omnes: “non si può far saltare il banco quando la situazione è brutta, è nei momenti di crisi che bisogna aggrapparsi ai contratti”. Si parla anche di ammortizzatori sociali nella giornata di confronto: per gli artigiani una legge all’avanguardia quella che si va definendo, garantirà la copertura per tutti, il Segretario al Lavoro ne anticipa qualche stralcio e lancia un appello alle aziende che strappa l’applauso della sala: “le industrie - dice Gianmarco Marcucci - non devono licenziare sempre i più anziani”. Il Segretario all’Industria guarda all’economia del futuro: “Internazionalizzare è una parola possibile” dice Marco Arzilli, riferito alla necessità di superare i confini italiani. Parlando ai diretti interessati della battaglia che il governo sta portando avanti: combattere le irregolarità e costruire una nuovo sistema paese.

Giovanna Bartolucci

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