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Contraffazione e falso d’autore: commercianti a confronto con le associazioni di categoria

16 mag 2007
Centro storico
Centro storico
Settore commerciale di fronte ad un bivio: si sceglie la qualità o si continua a favorire l’industria del falso? Questa la domanda fondamentale cui saranno chiamati a rispondere gli operatori del commercio che, il prossimo 22 maggio, nella sala ex International di Borgo Maggiore, si confronteranno a tutto campo con le associazioni di categoria Osla, Usc e Usot.
Queste ultime, pressate dagli operatori, chiedevano agli organi di vigilanza e di polizia di procedere con una certa gradualità ai controlli nelle attività commerciali e, di conseguenza, alle sanzioni, ma non pare sia una strada percorribile.
Ogni volta infatti che si è in presenza della violazione degli articoli 308 e 309 del codice penale, relativi alla contraffazione, gli organi di polizia non possono fare a meno di elevare la multa, altrimenti sarebbe omissione d’atti d’ufficio.
C’è però da dire che, da settembre a novembre, quando cioè sono partiti i controlli che riprenderanno giusto la prossima settimana, i numeri non sono stati certo eclatanti: appena 4 i verbali elevati per contraffazione, con conseguente sequestro della merce, mentre in campo amministrativo sono stati 3 i verbali elevati per petulanza, 43 per altri illeciti che però non hanno nulla a che fare con la contraffazione del marchio né col falso d’autore.
Le associazioni di categoria, il prossimo 22 maggio, chiederanno direttamente agli operatori come intendono arrivare alla tanto auspicata riqualificazione del settore: se cioè intendono favorire la qualità dei prodotti o se vogliono continuare a vendere falsi.
Le associazioni sperano che a partecipare all’assemblea siano tutti i commercianti, non solo quelli del centro storico, per sapere da loro quale direzione intraprendere, quanto sono disposti a rischiare e quale tipo di impegno vogliono assumersi nei confronti del Paese.

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