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Credito Sammarinese. Mancano pochi giorni alla scadenza dei termini per la ricapitalizzazione

3 ott 2011
San Marino - Credito Sammarinese. Mancano pochi giorni alla scadenza dei termini  per la ricapitalizzazione
San Marino - Credito Sammarinese. Mancano pochi giorni alla scadenza dei termini per la ricapitalizzazione
E’ una corsa contro il tempo. Mercoledì della prossima settimana scadrà il blocco dei pagamenti ma sul capo del Credito Sammarinese pende la scure della liquidazione coatta, sempre più vicina dopo l’ultimatum del Commissario straordinario, Nunziato Caliò, che ha concesso una settimana per trovare i 40 milioni necessari per l’adeguamento del capitale. Improbabile che i soci rispondano positivamente alla sollecitazione e procedano alla ricapitalizzazione. Ci fossero state le risorse non si sarebbe arrivati a questo punto. Quello del Commissario appare quindi come un adempimento formale. Ma la chiusura di una banca è sempre un duro colpo al sistema e quello sammarinese non ha certo bisogno di ulteriori difficoltà. Nessuno conferma ma secondo le indiscrezioni si sta lavorando alacremente a tutti i livelli. Due le strade possibili: l’acquisizione da parte di un gruppo straniero o, in subordine, l’intervento dei soggetti interni del credito. Banca Centrale guarderebbe a quelle realtà più solide, in grado di sostenere un simile impegno economico, ma il 12 ottobre si avvicina e non si può arrivare alla data dello sblocco dei pagamenti senza aver chiaro che cosa succederà il giorno dopo. Secondo fonti autorevoli ci sarebbero alcune manifestazioni di interesse da parte di banche straniere, disposte ad acquistare il Credito e quindi a farsi carico anche delle perdite da abbattere. Le loro proposte sarebbero al vaglio degli organismi istituzionali ma il tempo stringe e appare piuttosto difficile dare corso a tutti gli approfondimenti in pochi giorni. Allora si stanno sollecitando le banche interne, sensibilizzando le proprietà, verificando le risorse a disposizione, gli strumenti necessari per evitare quella chiusura che nessuno vorrebbe. Il contatto è oramai giornaliero e le risposte dovranno arrivare entro la fine di questa settimana. Intanto i sindacati chiedono al Governo di salvare il gruppo e i posti di lavoro e di scongiurare la perdita di credibilità, ma anche provvedimenti a carico di chi ha provocato un disastro finanziario di queste proporzioni. Chi ha sbagliato deve pagare.

Sergio Barducci

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