Crisi e prospettive di sviluppo al centro del G20 finanza a Londra

Chi attendeva una svolta “etica” da questo G20 finanziario londinese rimarrà deluso. Per il momento i bonus stellari dei banchieri sono in salvo. Così come non è stato trovato un accordo sulla riforma del Fondo Monetario Internazionale: accusato da molti Paesi in via di sviluppo di strangolare, anziché sostenere l’economia. Tutto rimandato a Pittsburgh, forse. Nella bozza del documento finale ci si guarda bene dal quantificare i limiti alle gratifiche dei dirigenti bancari; si rimanda genericamente a dei “principi globali”, che dovranno essere decisi - in futuro - dal Financial Stability Board: presieduto dal governatore di Bankitalia Mario Draghi. Il sistema bancario, insomma, continuerà a regolarsi autonomamente, nonostante i disastri provocati all’economia mondiale da una crisi partita proprio dall’alta finanza. Uno stato di cose che il ministro italiano Tremonti, presente ai lavori, critica duramente. “Non è possibile – ha detto – che le banche comandino sui Governi e sulla politica, tanto che poi, quando hanno problemi, questi diventano anche problemi della gente. Gli istituti di credito devono essere al servizio della gente e non viceversa”. Una accusa chiara, diretta, ai governatori delle Banche Centrali presenti al vertice. Il direttore generale del Fondo Monetario internazionale, ha parlato dal canto suo di un’economia globale in lenta ripresa. “Ma la disoccupazione – ha concluso - continuerà ad aumentare fino al prossimo anno”.

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