La crisi si fa sentire anche sugli esercizi pubblici

Un anno storico ma non in positivo. Nel 2009 per la prima volta registrate più saracinesche abbassate che aperte. Tra gennaio e settembre, principalmente nel Nord Italia, hanno chiuso i battenti 634 tra bar e ristoranti. Un trend confermato dalla Federazione pubblici esercizi della Confcommercio che ipotizza numeri ancor più negativi a fine anno.
Nello stesso periodo sono state iscritte 15.738 imprese a fronte di 16.372 cessate. A chiudere soprattutto i piccoli esercizi con meno di 5 addetti e le realtà a conduzione famigliare, nei piccoli centri italiani. Le nuove aperture nelle grandi città e nel 40% dei casi dovute agli immigrati. Il 70% degli esercizi che hanno chiuso i battenti occupavano la fascia media, mentre resistono la fascia alta e quella bassa.
Opposta la situazione a San Marino. Per Paolo Rossi, presidente Usot, si assiste ad una concentrazione di esercizi, molti nuovi e soprattutto bar, che costellano la superstrada. “In pochi chilometri - afferma - si concentra un’offerta che non ha paragoni in realtà limitrofe”. “Il settore quindi non è in crisi, al contrario si aprono nuovi hotel e i ristoranti resistono bene - sottolinea - in particolare quelli fuori dal centro storico e meta preferita dai sammarinese che non rinunciano ad una serata fuori casa”.

Myriam Simoncini

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