Crisi tra ombre e luci emerge dall’indagine promossa da Confartigianato Emilia Romagna

Stallo degli ordini, della produzione e del fatturato, tutti in calo, rispetto al primo e al secondo semestre del 2008. Una situazione aggravata dal ripiegamento del credito che ha chiuso i cordoni della borsa e tolto ossigeno economico alle imprese. Ma nonostante tutto è forte la volontà di non licenziare, ricorrendo agli ammortizzatori sociali, e il calo dell’occupazione, pari al 2,4%, è dovuto sostanzialmente al blocco del turnover più che a posti di lavoro persi.
Dall’indagine condotta da Confartigianato su 900 imprese emerge che il 70% dei titolari d’impresa interpellati dichiara di essere stato colpito molto o abbastanza dalla crisi, con il crollo maggiore registrato nell’esportazioni scese del 5,7%. A pagare maggiormente le aziende alimentari, la meccanica, l’elettronica e i mobili, mentre le province più in difficoltà sono Rimini e Modena. L’attesa è concentrata sul secondo semestre dell’anno, quando la crisi potrebbe rallentare, mesi fatidici a cui le imprese guardano con fiducia spingendosi a prevedere che nessun indicatore scenderà sotto il meno 2%, tranne l’export che dovrebbe toccare il meno 2,3%. Intanto la nota dolente resta l’acceso la credito. Oltre il 20% delle imprese segnala una stretta considerevole da parte delle banche, rimpiazzate dal servizio fidi della Confartigianato, senza il quale il settore, dice il Presidente dell’Emilia Romagna, Marco Granelli, l’artigianato sarebbe nel baratro.

Myriam Simoncini

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