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La Csu analizza i dati occupazionali: “L’emergenza non è finita, anzi è peggiorata"

2 feb 2015
La Csu analizza i dati occupazionali: “L’emergenza non è finita, anzi è peggiorata"
La Csu analizza i dati occupazionali: “L’emergenza non è finita, anzi è peggiorata"
“L’emergenza occupazionale non è finita, anzi è peggiorata e ancora non c’è un piano di  sviluppo in grado di dare una svolta al  Paese”. A sei anni di distanza dalla tempesta economica e finanziaria che si è abbattuta su San Marino, la Federazione Industria e la Federazioni Servizi della CSU riassumono i dati che hanno segnato pesantemente il mondo del lavoro. Dai numeri pre-crisi attorno alle 400-500 unità,  nel 2012 i senza-lavoro hanno superato quota mille (1.332) e nell’ultimo  biennio  il numero  è salito a 1.493  nel 2013 e a  1.596 nel 2014. Percentualmente il tasso di disoccupati negli ultimi sei anni  è schizzato da 3,62% a 9,81%. Ancora più grave l’emorragia che ha interessato i lavoratori frontalieri, che nello stesso periodo sono passati  da 6.588  a 5.121 unità con un taglio secco del 22,27%. In crescendo anche la chiusura delle aziende. Dal 2008 al 2012  il numero delle imprese  si è assottigliato di  1.157, per arrivare a  1.383 in meno  nel 2014.  “Le  cifre  parlano chiaro - afferma la CSU -  la crisi  continua a mordere e dopo sei anni  l’emergenza  occupazionale  non accenna a diminuire. Secondo i piani del Governo il 2014, con gli annunciati 600 nuovi posti di lavoro,  doveva  segnare una inversione di tendenza, mentre  si invece si  registrato un peggioramento  sia sul fronte dei licenziamenti che delle chiusure aziendali. E’  evidente che il 2015 rappresenta un crinale per San Marino,  conclude la Csu, eppure ancora stiamo aspettando  un concreto piano di investimenti produttivi capaci di riaccendere i motori dell’economia  e creare  nuova occupazione”.

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